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Adolescenza e marginalità sociale

La complessità sociale regola e limita il processo di autonomia dell’adolescente. Il numero ridotto di ragazzi che acquisisce capacità di prendere in modo autonomo decisioni impegnative induce ad affermare che il risultato non sia la conquista di una vera autonomia ma l’integrazione in una situazione sociale, culturale e professionale storicamente determinata. L’adolescente si presenta alla società con peculiari caratteristiche che la società stessa ambiguamente sfrutta per i propri fini che però non corrispondono a quelli del ragazzo. La difficile collocazione lavorativa lo rende improduttivo, lo reprime e lo costringe a continuare la scuola come provvisoria sistemazione di assorbimento sociale. Egli si trova in una condizione controversa e di marginalità, è completamente dipendente dal punto di vista economico, ma l’orientamento consumistico della società lo sfrutta, attraverso forti stimoli, facendo leva su una caratteristica della sua età, e cioè la tendenza al conformismo. Queste sollecitazioni di grandi quantità di beni rivolte a un consumatore, che non può permettersi economicamente di acquistare, possono generare grandi motivi di contrasto nell’ambito familiare. A ciò si aggiunge una completa assenza di richiesta di corresponsabilità sull’organizzazione sociale, politica e produttiva. Non essendo chiamato a progettare il futuro, non esiste per lui preoccupazione per il domani, sul quale non può fare alcuna scelta, escluso i suoi miopi obiettivi che lo portano a orientare la sua vita principalmente al divertimento. Anche la società è dunque fonte di crisi adolescenziale. Lo stato di tensione psichica che ne deriva nell’adolescente, viene scaricato o razionalmente (acting-out) con un’ipervalutazione
di sé stesso, con reazioni violente nella scuola e nella società, oppure emotivamente (acting-in) per cui, sentendosi minacciato, manifesta atteggiamenti difensivi, cambiamenti del carattere, risposte negative. La Pedagogia Clinica si è assunta l’impegno politico di sviluppare nel sociale una maggiore coerenza, di organizzare incontri con la famiglia o con la diade genitoriale per aiutarli a ritrovare integrità e armonia, riflettere sulle relazioni esistenti per trovare occasioni di intesa e di collaborazione reciproca, e di intervenire in aiuto del giovane per offrigli risvegli positivi, nuove e diverse sicurezze, promosse e garantite specie per mezzo di tecniche espressive realizzate in gruppi di crescita.