Connotazioni scopiche
Sono le rilevazioni assunte dal multiforme mosaico che caratterizza e distingue le strategie comunicative con cui l’individuo ripone la propria identità e la propria personale disponibilità allo scambio con l’ambiente sociale. Tracce o segnali, un gioco rappresentativo, rivelatore delle difficoltà e delle risorse; scopie raccolte con il “terzo occhio” che non deve mancare di mettere a fuoco il mondo di ansie e di paure che possono affiorare, la rigidezza corporea, le espressioni del volto contratte, le funzioni di compensazione o di mascheramento, delineare ogni aspetto della dinamica interpersonale. Ogni atteggiamento, movimento, abitudine, stato di benessere o di malessere, armonia o mancanza di equilibrio, o modo accanito per affermarsi o per difendersi, è capace di mettere in evidenza i legami connessi alle emozioni e agli stati psico-fisici che il professionista non può lasciarsi sfuggire. Si tratta di un linguaggio idoneo ad esprimere, soprattutto con il silenzio, quanto non si osa dire o si desidera in ogni caso nascondere e la persona diviene libro che offre in lettura il campo semantico delle passioni, delle sensazioni e emozioni o sentimenti espressi con i segni, la grammatica e la sintassi della meraviglia, dell’ammirazione, del desiderio, dell’amore, della gioia, la letizia, l’allegria, la felicità, l’interesse, la sorpresa, e ancora la paura, la collera, l’odio, la vergogna, il disprezzo, il disgusto, la tristezza, ecc. Un testo che va analizzato e letto alla luce di ogni personale stile narrativo e delle funzioni semantiche e sintattiche, un racconto esposto con tecniche diverse e con significati multipli.